Second Life, una nuova opportunità di business per le piccole e medie imprese? Molto probabilmente sì, anche se non da subito. Tuttavia, non sarebbe male iniziare a valutare la possibilità di insediarsi nel nuovo mondo “parallelo”, quantomeno per essere tra i primi, anche se non primissimi, e quindi far conoscere il proprio nome e la prorpia attività.
Per chi ancora non lo sapesse, ricordiamo che Second Life è una sorta di mondo virtuale che è nato e si sta sviluppando su Internet e che permette di svolgere tutte le attività che si svolgono nella vita reale. L’idea di questo nuovo mondo è venuta nel 2003 alla società Linden Lab, che ha strutturato Second Life come un videogico, che riproducesse la vita di tutti i giorni. Attività commerciali comprese. In questo senso, esiste anche una moneta specifica, i Linden Dollar, il cui valore è legato a quello della valuta statunitense (250 Linden dollar equivalgono a circa 1 dollaro).
Nonostante non sia ancora stato definito un modello di business su Second Life, sono diverse le aziende che hanno già deciso di essere presenti. Per il momoento si tratta principalmente di grandi nomi, come General Motors, Ibm, Mercedes o Sony. Tra le imprese Italiane troviamo il Gruppo L’Espresso o Gabetti. Ma anche alcune regioni, come Toscana e Veneto, che hanno deciso di usare il nuovo mondo virtuale come vetrina per le loro attrattive locali.
D’altra parte i 6,1 milioni di utenti che ha a livello mondiale Second Life fanno decisamente gola. E questo numero, che sta crescendo esponenzialmente, ha indotto diversi brand importanti ad acquistare una propria porzione di territorio, un’isola come si dice su Second Life. Infatti, l’ingresso nel mondo virtuale è gratuito ma solo avendo del terreno di proprietà, oppure affittandolo, vi si può abitare e crescere. Questo modello commerciale, che segue fedelmente quello reale, è stato per esempio uno dei motivi che ha spinto Gabetti a entrare in Second Life.
Dalla semplice presenza a fare del business ovviamente ce ne passa, però le potenzialità ci sono: 507.000 utenti attivi solo nel mese di maggio, di cui 25.000 italiani, sono davvero ottime credenziali. D’altra parte, il fatto che ancora non esista un modello di business presenta un innegabile vantaggio, ovvero si possono tentare innovativi approcci a agli utenti e nuove forme di marketing. In pratica, Secon Life può rappresentare un interessante terreno di test per sperimentare nuovi approcci al business.
Le società di ricerca sono però concordi nel consigliare grande cautela negli investimenti: accedete a Second Life, dicono alle realtà di più grandi dimensioni, e sperimentate ma non consideratelo ancora una via strategica per il vostro business.
Per le piccole e medie aziende il consiglio è quello di portare, sempre con la dovuta cautela, la propria attività nel nuovo mondo virtuale, per essere tra i primi ad avere una vetrina. Non bisogna sperare in un ritorno economico in tempi brevi: le previsioni dicono che per questo si devono attendere almeno tre anni. Però essere tra i primi può voler dire avere maggiore visibilità e un maggiore ritorno sull’immagine. Ma anche acquisire una posizione di privilegio e magari creare un polo commerciale del made in Italy. Tutti elementi che si potrebbero rivelare strategici nel momento in cui su Second Life nascerà il vero business.
Articolo di Luisa Ricci, pmi 02-luglio-2007.
Nessun commento:
Posta un commento